La nota di Enzo Favoino in risposta alla Gabanelli – inceneritori, incendi e racket

Pubblichiamo, condividendola, per intero la nota di Enzo Favoino – comitato scientifico Let’s do It! World e coordinatore scientifico di Zero Waste Europe – in merito alle considerazioni di Milena Gabanelli su “inceneritori, incendi e racket”.

“Mi riferisco ovviamente alla sua performance (televisiva su La7 e giornalistica sul CorSera) per perorare la causa degli inceneritori “onde risolvere il problema dei roghi”. Come se ci fossero solo due alternative: bruciare nei capannoni o negli inceneritori. Da persone attente a questi temi, vi sarete accorti che Mentana l’aveva peraltro anche sollecitata in merito, senza ottenere risposta.

Con rispetto parlando, e come premessa generale: lei ha parlato solo di diossine, noi parliamo di molto altro, delle determinanti fondamentali del modello di sviluppo sostenibile in UE, e discutere di incenerimento senza alcun riferimento agli scenari incrementali del Pacchetto Economia Circolare, ed alle previsioni della Strategia UE sulle Plastiche, è una tara metodologica che un operatore della informazione non potrebbe permettersi.

Peccato, la Gabanelli è brava, sono certo che sarà stato solo un incidente di percorso.

Ecco alcuni spunti di riflessione:

  1. Sui roghi stanno  lavorando in tanti – soprattutto la Commissione Bicamerale eco-illeciti, al cui supporto opero – e non c’entrano niente con la questione inceneritori si/no. La stessa UE nella strategia plastiche dice che le plastiche difficili da riciclare vanno fatte sparire dalla circolazione, ma nel frattempo, sotto il profilo gas climalteranti, sarebbe magari meglio metterle a discarica per sequestrare C, anziché  incenerirle producendo CO2 fossile (problema evidenziato nella Strategia UE sulle plastiche)
  2. La questione inceneritori va invece discussa nel quadro dei trend previsti ed in corso per le previsioni del Pacchetto Economia Circolare. Vedere in particolare la Comunicazione della UE sul ruolo del WtE nella Economia Circolare del Gennaio 2017, c’è scritto tutto, ma proprio tutto. Stupisce che una brava giornalista non ne abbia considerato il contenuto.
  3. La Gabanelli, giornalista seria, su questo tema è un po’ disattenta, altrimenti si sarebbe accorta che:
    1. I Paesi Nordici hanno appena resa pubblica la necessità di spegnere molti dei propri inceneritori, pena il rischio di non rispettare i nuovi target UE (peraltro mentre la RD negli ultimi 10 anni è stata sostanzialmente stagnante in quei Paesi, proprio per i forti investimenti sull’incenerimento, la Slovenia è balzata in testa alle classifiche mondiali, e continua ad andare avanti proprio perché non ha investito in incenerimento)
    2. La Vallonia ha appena adottato un piano di decommissioning che prevede spegnimento del 50% della propria capacità di incenerimento nei prossimi 10 anni
    3. C) Il Portogallo ha appena adottato un  Piano Nazionale RU che prevede nessuna nuova capacità di incenerimento (i 2 esistenti – 2 contro i nostri 40! – già sono di avanzo).
  4. Chi sta davvero minimizzando il ricorso alla discarica, non sono Paesi e Distretti che si affidano all’incenerimento, ma quei territori che, senza inceneritori e dunque liberi dalla necessità di continuare ad alimentari con tonnellaggi fissi (la vera dannazione dell’incenerimento, altro che diossine) continuano a lavorare su riduzione, riuso e riciclo, e questo li ha portati a Minimizzare la discarica, ed in periodi più brevi rispetto alla costruzione di inceneritori. I dati sono disponibili, ma per iniziare la Gabanelli potrebbe ad es. comparare il rifiuto residuo a Treviso (o Lubiana) e in Danimarca, od anche, per riferirci all’esempio da lei messo in evidenza, a  Bolzano e Trento, e vedrà dove sta davvero la virtù.”