La tecnologia è parte integrante delle nostre vite. Ad oggi sarebbe impossibile vivere la nostra vita senza telefono, tablet o laptop poiché sono ormai strumenti integrati nelle azioni quotidiane.
Per questo, quando si deve acquistare un nuovo prodotto, si cerca di prendere il modello più recente o quello più performante.
Ma che fine fanno i prodotti che non utilizziamo più?
Chi non ha il famoso “cassetto” pieno di telefoni, caricabatterie, macchine fotografiche inutilizzate e tablet che non si accendono più?
In realtà questo fenomeno – che può nei casi più estremi avere a che fare con la disposofobia (ossia la sindrome da accumulo) – è legato ad un’abitudine di comportamento scorretta: si tende a non buttare questi prodotti per pigrizia. Nella peggiore delle ipotesi, tali oggetti vengono sono gettati nei cassonetti della raccolta indifferenziata. Lo smaltimento non corretto o l’abbandono di questi rifiuti è dannoso per l’ambiente.
Cosa si intende per rifiuti elettronici e come si recuperano?
I rifiuti elettronici ed elettrici sono ciò che resta di apparecchiature che per un corretto funzionamento hanno avuto bisogno di correnti elettriche o di campi elettromagnetici. Questo tipo di apparecchi contiene elementi elettrici il cui recupero avviene in modo diverso rispetto agli altri rifiuti. Per questo è necessario gettarli nei centri di raccolta specializzati o chiedere il ritiro a domicilio, specificando la tipologia di rifiuto. Il processo di riciclo dei RAEE (rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici) è strutturato in quattro fasi:
- Raccolta differenziata: durante la quale i cittadini affidano i propri apparecchi a centri specializzati o ai punti vendita;
- Messa in sicurezza: visto che questo tipo di rifiuti possono contenere sostanze pericolose, sono necessari trasporti particolari e infrastrutture a norma di legge in grado di evitare e contenere eventuali dispersioni delle sostanze pericolose in essi contenute;
- Trattamento e recupero: corrisponde alla fase finale, in cui avvengono le attività per il recupero, il trattamento e la valorizzazione dei prodotti.
Una nuova frontiera: la tecnologia ricondizionata
Per ridurre l’incremento di rifiuti tecnologici e l’incessante produzione degli stessi, la soluzione che sta ottenendo maggior successo è quella del ricondizionamento dei dispositivi esistenti.
Si tratta di prodotti usati garantiti, conservati nell’estetica e perfettamente funzionanti in termini di software. Gli smartphone, i tablet e i laptop ricondizionati, sono devices che vengono rigenerati, resettati e dotati di una nuova batteria. Ciò permette un duplice vantaggio: il riciclo delle componenti e l’acquisto ad prezzo più vantaggioso rispetto a quello dei top di gamma.
Questo fenomeno non ha mai trovato spazio di rilievo nel mercato. A dare impulso al cambiamento è stata la pandemia da Covid-19, che ha costretto l’intera popolazione mondiale ad interagire telematicamente. Ciò ha richiesto un maggior bisogno di dispositivi elettronici, specie tablet e computer, utilizzati sia per lo smartworking sia per le attività didattiche.
Si tratta dunque di un modello di business basato sui principi dell’economia circolare. Con i dispositivi ricondizionati si limita lo spreco di risorse e si argina il problema della produzione dei RAEE
Svuotare un cassetto a volte può essere un’azione molto più impattante di quanto si pensi!