Artisti, designer ed ambientalisti per rendere la moda sostenibile
Milano. Non è stata la solita sfilata della Milano Fashion Week quella che ha avuto luogo al Cam Garibaldi di Milano domenica 26 settembre. Artisti e designer, artigiani della moda uniti per dare voce alla sostenibilità nel settore dell’abbigliamento. Uniti per salvare il pianeta dall’inquinamento, dal cambiamento climatico, sui quali incide anche l’industria della moda. La bellezza salverà il mondo e creatori della bellezza saranno in prima linea. È dunque fondamentale coinvolgere e sensibilizzare quanti più attori del campo della moda. Un settore che, secondo le ultime stime, utilizza oltre 98 milioni di tonnellate di materiali non rinnovabili ogni anno. Tra questi petrolio, fertilizzanti, prodotti chimici. Consuma inoltre circa 93 miliardi cubi di acqua. 2.700 litri per una singole maglietta. Pari a quanto beve una persona in due anni. Contribuisce all’emissione di circa 1,2 miliardi di tonnellate di Co2. Scarica negli oceani circa 500 mila tonnellate di fibre di microplastica. Nel corso della Fashionableecoart di Milano è stato lanciato un appello al ministero della Cultura Dario Franceschini, alla Camera della moda, al mondo intero. «Mettiamo il nostro talento a disposizione. Dobbiamo salvare il pianeta. Vogliamo costruire un Fashion Art Tribune per contribuire a coinvolgere le persone in un’azione che porterà a costruire un mondo migliore, un mondo più vivibile, più pulito, più sano. Ringraziamo il Comune di Milano per il sostegno e la consigliera Laura Specchio per il costante impegno per il nostro progetto». A dirlo Natalia Siassina, presidente di Vitaru Italia. Durante l’evento alcune modelle, accompagnate da volontari di Let’s do It! Italy e cittadini hanno raccolto simbolicamente rifiuti lungo corso Garibaldi. In poche centinaia di metri, in una zona centrale di Milano, sono state rinvenute centinaia di cicche di sigarette, diversi rifiuti in plastica e indifferenziato. «Ancora una volta abbiamo dimostrato che il mondo della moda può essere sostenibile ed attento all’ambiente. Questo deve essere da esempio per il settore, ma anche per gli altri Paesi con i quali siamo in contatto per il World Cleanup Day. Questa attività può e deve essere replicata. Gli artisti che hanno partecipato alla Fashioableecoart arrivano da diversi Paesi. La prossima volta vorrei che i Paesi rappresentati fossero ancor di più». A dirlo Vincenzo Capasso, presidente di Let’s do It! Italy.