Disastro Ambientale in Campania – Intervento di terzi presentato alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

Il 2 settembre 2019, il Forum di Newcastle per i diritti umani e la giustizia sociale – coordinato dalla Dott.ssa Raffaella D’Antonio, dalla Dott.ssa Elena Katselli (responsabile) e dalla Dott.ssa Elena Fasoli (Università di Trento), il Gruppo di Newcastle di Ricerca sulla Regolamentazione Ambientale – coordinato dal Dr. Ole Pedersen (responsabile), dalla Dott.ssa Ciara Brennan, e da due organizzazioni non governative, vale a dire Let’s Do It! Italy, e Legambiente, hanno presentato, dopo l’autorizzazione della Corte, un intervento di terzi nel caso di Di Caprio and other v Italy alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.>

Il caso riguarda ricorsi presentati contro l’Italia per non aver tutelato efficacemente i diritti protetti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, compreso il diritto alla vita e il diritto alla vita privata e familiare, garantiti rispettivamente dagli articoli 2 e 8 CEDU. Questo è il risultato del continuo inquinamento ambientale causato da tonnellate di rifiuti tossici scaricati e bruciati in discariche illegali in Campania, nel territorio conosciuto come la Terra dei Fuochi. Tale scarico e combustione da parte di organizzazioni criminali ha causato gravi contaminazioni dell’aria e del suolo che a loro volta hanno avuto, e continuano ad avere, un impatto negativo sulla salute. Prove scientifiche dimostrano, infatti, un legame statistico tra il disastro ambientale in Campania e l’aumento dell’incidenza di malformazioni e mortalità per cancro nella regione.

Nel loro parere giuridico, gli intervenienti, guidati dalla Dott.ssa D’ Antonio, dottoranda presso la Newcastle Law School, sostengono che il disastro ambientale in Campania è stato esacerbato dalla mancanza di un quadro giuridico nazionale efficace volto a prevenire i crimini ambientali e dalla mancanza di un approccio precauzionale nell’affrontare e rimuovere tutte le fonti di inquinamento ambientale dannose per la salute umana. Dagli attuali sviluppi e dibattiti nel diritto internazionale contemporaneo sul diritto ad un ambiente sano, gli intervenienti hanno sottolineato che il degrado ambientale può avere un impatto diretto sul godimento dei dirittifondamentali, incluso il diritto alla vita. A tal fine, gli Stati possono essere ritenuti responsabili di non aver adottato tulle le misure necessarieper prevenire il degrado ambientale anche in situazioni, come in questo caso, in cui tale degrado è causato da attori non statali.

L’intervento mira ad assistere la Corte nell’individuare i principi giuridici applicabili nella determinazione della decisione in merito.