Greenpeace lancia l’allarme sull’inquinamento del Sarno

Domenica 26 Maggio 2019 abbiamo accompagnato gli amici di Greenpeace Italia presso la foce del fiume Sarno per documentare ed analizzare il problema dell’inquinamento da plastica e microplastica. Cosa è emerso dal tour?

Bottiglie, flaconi, bicchieri, buste, confezioni per alimenti e tanti altri contenitori e imballaggi in plastica usa e getta sommergono l’area marina in prossimità della foce del fiume Sarno in Campania. È quanto emerge dalle attività di ricerca e documentazione svolte da Greenpeace e Castalia nell’ambito del Tour MayDaySOSPlastica.

«Uno scenario scioccante con enormi quantità di rifiuti che invadono spiaggia e fondali, figlio inevitabile del modello di consumo basato sull’impiego di grandi quantità di plastica usa e getta. Come se non bastasse dobbiamo ricordare che quella documentata è solo la parte visibile del problema, i fiumi possono portare in mare anche grandi quantità di microplastiche non individuabili a prima vista», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

Secondo studi recenti l’80 per cento delle microplastiche – particelle inferiori ai 5 millimetri di dimensioni – ha origine in ambienti terrestri e da lì, trasportata principalmente dai fiumi, arriva nei mari di tutto il mondo. I fiumi, quindi, sono dei veri e propri nastri trasportatori di rifiuti plastici dai centri urbani fino a quella che sta ormai diventando la più grande discarica del Pianeta: il mare.

L’associazione ambientalista sta effettuando, in collaborazione con The Blue Dream Project e i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e CNR-IAS, il giro del Tirreno Centrale a bordo della Mahayana per monitorare l’impatto dell’inquinamento da plastica nei nostri mari. Dalle indagini svolte nei giorni scorsi emerge che la situazione alla foce del fiume Sarno è davvero allarmante.

Il Tour MayDaySOSPlastica si concluderà l’8 giugno, Giornata mondiale degli Oceani, all’Argentario.

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